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Per raggiungere questo scopo, CGA by NIQ ha condotto, a gennaio 2025, un report per indagare i possibili impatti sul settore e sui consumatori innescati dalla recente normativa. Dallo studio, innanzitutto, si evince come quasi la totalità dei consumatori nel Bel Paese è informata sul nuovo Codice della Strada e, proprio per questo, il 46% dichiara di voler modificare le proprie abitudini di consumo e di socializzazione in risposta a queste trasformazioni – particolarmente propensi risultano essere i Millennials (49%) e i milanesi (55%).
Impatto sull’affluenza nei locali
Uno dei ragionevoli effetti che ci si aspetta dal nuovo assetto normativo, e che rappresenterebbe un rischio per l’intero comparto, sarà una riduzione nell’affluenza dei locali. Infatti, l’analisi evidenzia che il 44% degli italiani prevede di moderare la frequenza delle uscite in bar e ristoranti – una dichiarazione che risulta particolarmente diffusa tra i giovani della Gen Z (+12pp). Il fenomeno, inoltre, coinvolge anche città particolarmente note per la movida e la cultura del bere in compagnia, come Roma (+9pp) e Milano (+3pp).
Evoluzione dei modelli di consumo delle bevande
Tra coloro che affermano di voler cambiare le proprie abitudini, due sono le risposte che hanno ricevuto il maggior consenso: la prima ricade sull’aumento di consumo di bevande analcoliche – segnalata da quasi 2 consumatori su 5; seguita, subito dopo, dalla riduzione nel consumo di bevande alcoliche, come segnalato da circa 1 italiano su 3, senza che però vengano sostituite con alternative analcoliche o dealcolate.
A scegliere, in particolar modo la prima opzione sono stati i più giovani. Infatti, se il 37% dei consumatori afferma di voler passare a bevande analcoliche – come ad esempio le Bibite – è la Gen Z a trainare il trend, segnando +7pp rispetto al totale del campione. Questa fascia di età è protagonista di un’altra dinamica, ovvero la propensione verso alternative No/Low alcol, cioè quelle dealcolate quali la birra 0% alcol e i mocktails, indicata dal 22% rispetto al 16% della media complessiva.
1 italiano su 3, invece, ha dichiarato di non voler rinunciare alle alternative alcoliche ma intende ridurne le dosi, una tendenza guidata dai Millennials e particolarmente evidente nelle città di Roma e Milano. Specialmente nel capoluogo meneghino, dove i consumatori scelgono anche alternative alcoliche a più bassa gradazione, passando ad esempio dai cocktail alla birra: questa scelta è indicata dal 17% dei rispondenti, rispetto al 14% della media generale.
Nonostante il rallentamento nel consumo di alcol atteso, tutti i comportamenti fin qui evidenziati comunque daranno spazio alle bevande alcoliche così come quelle analcoliche. I risultati dell’indagine mostrano un’opportunità per questo mondo che potrebbe essere sfruttata dai player del settore.
Sarà anche interessante osservare se tutte queste tendenze emerse daranno vita a nuove dinamiche tra categorie alcoliche dalla diversa gradazione, bevande analcoliche e NoLo – anche considerando gli interessi differenti della Gen Z – nota per essere attenta alla moderazione, al wellness e aperta ai cambiamenti – dalla quale stanno nascendo nuovi ed emergenti trend.
Ad esempio, la “sober curiosity“, stile di vita che prevede il consumo limitato e maggiormente consapevole di alcol, e lo “zebra striping“, alternare bevande alcoliche e non alcoliche nella stessa serata. Sarà dunque cruciale seguire come i consumatori sperimenteranno nuove opzioni e se la transizione verso categorie differenti influenzerà in modo duraturo i loro comportamenti di consumo.
La diversificazione come nuova abitudine di consumo
Altro interessante fenomeno che emerge da queste rilevazioni è la diversificazione nella scelta: analizzando le categorie di acquisto, la quota di consumatori raggiunti è aumentata nella maggior parte delle stesse, con un incremento maggiore per gli aperitivi e il vino rispetto alla birra e ai superalcolici.
Alla base di questa evoluzione vi potrebbero essere varie ragioni: innanzitutto, sono associati a consumi più lenti e “sociali” – dove i secondi giri sono meno frequenti – e, inoltre, sono legati a occasioni di consumo più orientate ai pasti dove gli alcolici vengono scelti di meno rispetto alle occasioni di consumo notturno o più ad alta energia.
Tuttavia, ciò che sta emergendo non implica che tali categorie stiano vendendo più volumi, ma semplicemente che un numero maggiore di persone le sta incorporando nelle proprie scelte, diversificando le occasioni di consumo.
Catturare l’attenzione del consumatore è fondamentale
Con meno drink ordinati, i produttori di bevande e i gestori di locali devono lavorare di più per catturare l’interesse dei consumatori nei momenti chiave del percorso d’acquisto. Con quasi 1 intervistato su 3 che prevede di bere meno alcol, i brand che avranno un vantaggio competitivo saranno quelli che riusciranno a coinvolgere efficacemente i consumatori fin dalle prime fasi del processo decisionale, tramite marketing mirato, posizionamento strategico dei prodotti e piani promozionali innovativi.
Tra le possibili operazioni vincenti, che i player del mercato possono attuare per ovviare alla situazione, vi è sicuramente la premiumizzazione, ovvero enfatizzare i prodotti di qualità: gli italiani, infatti, continuano a cercare esperienze di consumo elevate. Un’occasione per i brand che potrebbero dunque puntare su qualità, artigianalità e esclusività per differenziare la propria offerta.
Cambio delle preferenze nei locali
Le nuove normative spingono oltre 1 consumatore su 4 a preferire i bar di quartiere a pochi passi da casa, mentre l’1 su 5 opta per locali meno incentrati sull’alcol, come cinema, musei e luoghi focalizzati sul cibo. Questo cambiamento nei comportamenti di consumo deve essere tenuto in considerazione dai distributori di bevande, che potranno optare per strategie atte ad ampliare la loro presenza oltre i canali tradizionali HoReCa, abbracciando punti di vendita non convenzionali per mantenere visibilità e allinearsi con le nuove abitudini dei consumatori.
Beatrice Francoli, Sales Account Development, afferma: “L’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada è un momento interessante per il settore HoReCa poiché porta con sé cambiamenti che rappresentano sia opportunità che sfide. È fondamentale che gli stakeholder si adattino a queste evoluzioni, rivalutando le modalità di approccio con i consumatori”.
Valeria Bosisio, Client Success & Insights Manager di CGA, aggiunge: “Comprendere il comportamento dei consumatori è fondamentale in questo momento di cambiamento. Il panorama normativo sta cambiando e, con esso, anche le abitudini di consumo. Che si tratti di nuove tendenze nei locali, alternative analcoliche o esperienze premium, chi saprà usare i dati in modo strategico non solo si adatterà, ma prospererà”.
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